E tutto sommato, una volta che le luci del palcoscenico si sono spente (per lui, ma anche per il padre), il cucciolo d'uomo era quasi più contento. No, non si direbbe: il bambino voleva esaudire le ambizioni paterne più che le proprie. La voce del titolo è quella del morto che da bambino aveva una voce bianca e cantava in modo più unico che raro al punto che gli si stava per spalancare davanti una luminosa carriera (già due vinili registrati a suo nome), interrotta bruscamente dal cambio di voce durante un importante concerto.Į così, nel giro di un attimo, dalle stelle alle stalle, dall’altare alla polvere. L’ispettore Erlendur nella sua per ora unica apparizione cinematografica, interpretato da Ingvar Eggert Sigurðsson, nel bel “Mýrin – Jar City” del 2006, mai uscito in Italia, diretto dal bravo e poliedrico Baltasar Kormákur.
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